Non riuscì a morire di vecchiaia lo scienziato Eugene Mallove, la cui indagine scientifica circa il tema della «fusione fredda» toccò interessi troppo al di fuori della sua portata. Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di ricostruire i fatti.
Tutto partì quando, nel 1989, due professori universitari di elettrochimica, Martin Fleischmann e Stanley Pons, annunciarono al mondo la scoperta della fusione fredda, in una conferenza stampa. Spiegarono che era possibile produrre energia pulita a costi irrisori mediante un semplice procedimento elettrochimico. Capace di innescare reazioni di fusione nucleare a bassa temperatura.
LA FUSIONE FREDDA E I SUOI VANTAGGI
La nuova tecnologia avrebbe garantito energia pulita per tutti e posto fine a gravi squilibri economici che avvantaggiavano esclusivamente lobby occidentali. Furono forse quelle lobby a mettere fine alla carriera dei due scienziati che, poco dopo il loro clamoroso annuncio, furono costretti a ritirarsi a vita privata. Ma poiché la notizia della possibile realizzazione di energia dalla fusione a freddo era ormai di dominio pubblico, era necessario screditare tutte le ricerche di Fleischmann e Pons.
Le obiezioni scientifiche
Le prime obiezioni del mondo accademico all’ eccezionale scoperta giunsero dalla conferenza della Società Americana di Fisica (APS), che smentì tutti gli effetti misurati dai due scienziati. Arrivò poi una seconda smentita dai ricercatori del laboratorio di Oxford. Ed una terza da uno speciale gruppo di ricercatori incaricati dal Dipartimento dell’Energia Statunitense (DOE). Poco dopo arrivò anche una quarta e più autoritaria smentita da parte del MIT (che negli Stati Uniti è considerato il «tribunale della scienza»).Questo definì la fusione fredda come «mera spazzatura».
In sostanza, si trattò di una serie di «scomuniche scientifiche» che infangò per sempre l’autorevolezza dei due scienziati.
LA SCOPERTA DI E. MALLOVE
Ma fu proprio allora che Eugene Mallove, un autorevole ricercatore che ai tempi lavorava proprio al MIT in veste di caporedattore scientifico dell’ufficio stampa, fece una scoperta che riaprì il caso. Rimettendo mano ai documenti dello stesso MIT, si accorse che la relazione decisiva sulla fusione fredda era stata inspiegabilmente manipolata.
I risultati positivi dei test erano stati tenuti nascosti falsificando i documenti. Mallove fu talmente indignato dall’accaduto che, per protesta, non esitò a dimettersi dal MIT. A rischio di compromettere la propria brillante carriera. Nel 1991 pubblicò un libro inchiesta intitolato Fire from Ice. Qui denunciò la deliberata soppressione dei risultati sulla fusione fredda ottenuti dal MIT e da altri laboratori in tutto il mondo da parte dei gruppi di potere accademici.
«Non c’è alcun dubbio che la fusione fredda non sia un errore», scrive Mallove. «Credere che centinaia di scienziati in tutto il mondo abbiano commesso sistematicamente errori riguardo le anomalie nucleari misurate significa distorcere il significato di “prova scientifica” fino a un assurdo limite. (…) Continuare a ignorare la fusione fredda è patologico».
Patologico, cioè frutto di un Sistema «malato». Mallove non fece una bella fine. Perse la vita a 57 anni di morte violenta. Alcuni sconosciuti lo massacrarono a bastonate nella notte del 14 maggio 2004 e gli inquirenti archiviarono il caso come tentativo di rapina.
COME CREARE LE STELLE A CASA TUA: LA GUIDA
In Esperimenti scientifici non autorizzati di Marco Pizzuti è descritto il procedimento per costruire una cella a fusione nucleare fredda «fai-da-te».
Serve davvero poco.
- Un trasformatore con voltaggio regolabile.
- Un portafusibili cilindrico.
- Un fusibile a bussolotto.
- Due morsetti a coccodrillo.
- Un paio di guanti isolanti.
- Quattro morsetti.
- Una piastra metallica.
- Due cavi elettrici.
- Due elettrodi.
- Un barattolo di vetro.
- Una tavoletta di legno.
- Cinque cucchiai di bicarbonato di sodio.
- Un contenitore trasparente.
- Un foglio di piombo e acqua distillata.
Sono tutti materiali facilmente reperibili e relativamente economici. Con un po’ di pazienza e competenze, lo si può costruire da soli. Quando la reazione si innescherà, all’interno del barattolo si creerà una piccola stella. La fusione nucleare è proprio il meccanismo per cui si originano le stelle.
Articolo estratto dal libro “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè” di Enrico Caldari.
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